Professore di “Composizione architettonica e urbana” nell’Università degli Studi di Perugia

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L’energia della bellezza

L’idea di sostenibilità è profondamente “made in Italy” (e ancor più “made in Umbria”) in quanto è parte integrante del DNA delle nostre città storiche. Anche se non ne abbiamo la piena consapevolezza. Forse perché, sfogliando le riviste di architettura, sembra quasi che la leggerezza, l’immaterialità e la trasparenza riassumano in sé il concetto di sostenibilità. Addirittura sembra quasi che un edificio tappezzato con vetrate scintillanti e farcito con pannelli fotovoltaici sia necessariamente più sostenibile di un edificio rivestito in pietra da taglio e orientato correttamente. Niente di più falso. Se è vero, infatti, che progettare in modo sostenibile significa prima di tutto evitare di sprecare inutilmente le risorse ambientali e governare virtuosamente il riciclo dei rifiuti, non dovrebbe essere difficile convincersi del fatto che i complessi più sostenibili della storia dell’architettura sono proprio i nostri centri storici, che sono cresciuti su se stessi minimizzando il consumo del suolo e il consumo della storia. Ma soprattutto massimizzando la custodia della bellezza: che forse, in Italia in generale e in Umbria in particolare, rappresenta la forma di energia rinnovabile più preziosa.